USCIRE DAL SILENZIO

Dare voce al lutto perinatale

Descrizione percorso

Sembra un ossimoro: come si può morire prima o mentre si nasce? Morte e nascita, morte e bambini sono infatti parole che non dovrebbero trovar alloggio sulla stessa riga, possibilmente neppure nella stessa pagina. Eppure la morte in utero non è una bestemmia semantica, ma un evento possibile. Arriva dove è stata la vita, altrimenti non ci sarebbe spazio per lei.
Perché occorre come educatori e operatrici della nascita occuparsi di lutto?
Perché perdere un bambino in epoca perinatale rappresenta un rischio per la salute personale e famigliare attuale e futura.
Perché come non esiste un termine per designare “l’essere senza figli”, non compare neppure un vocabolo che indichi “l’essere genitore senza figli”.
Perché quando si interrompe una gravidanza cercata e desiderata si interrompe un progetto di maternità e paternità nascente (“è come perdere un pezzo di futuro”) ed il dolore per la perdita non è proporzionale all’epoca di gravidanza, ma all’intensità dell’investimento.
Perché il posto di nascita di ciascuno è legato e contraddistinto da ogni progetto di genitorialità che abbia o meno trovato una sua forma in un essere umano vivente. 
Perché a volte la scena è la stessa e spesso proprio gli operatori che si occupano di accompagnare la nascita, pur essendo assai esposti a tale evenienza, sono spesso i meno preparati.
Perché il lutto è oggetto del pensiero scientifico oltre che etico.
Perché la perdita di un figlio durante la gravidanza o subito dopo il parto non è un evento raro, ma riguarda in Italia circa 2000 famiglie ogni anno. 
Perché non è vero che non possa ricapitare.
Perché non è vero che non ci sia un motivo clinico.
Perché non è vero che: “sei giovane e puoi farne un altro subito”.
Perché occorre creare una memoria per poter ricordare (la scatola dei ricordi, la foto e le impronte delle mani e dei piedi, piantare un albero…) e si faccia posto anche a coloro che hanno un pensiero laico sull’esistenza.
Perché il lutto delle madri culturalmente è stato sempre spiato, forse nel timore di trovarci nascosto qualcosa di “barbaro” o di maligno.
Vorremmo offrire l’opportunità di togliere il velo del silenzio che accompagna il lutto, restituendo voce a chi l’ha persa o mai trovata.
Scegliamo di dar voce al dolore delle donne.
Scegliamo di dar voce agli uomini, perché se le donne rimangono con la pancia vuota, gli uomini rimangono a mani vuote.
Scegliamo di dare voce ai fratellini e alle sorelline con candore e filosofia, come dice Concita de Gregorio parlando dei bambini.
Perché occuparsi del dolore che rimane è una forma di iniziale e preziosa cura.

Destinatari

La proposta è rivolta agli educatori e alle operatrici della nascita che in contesti differenti (scuole dell’infanzia, consultori, tempi famiglia, sedi Melograno) si occupano di adulti e di bambini con esperienze di perdite in gravidanza e nel dopo parto.

Durata

5 incontri n per una durata complessiva di 15 ore.

Sede

Le ore di lezione si tengono nella sede dell’Associazione Il Melograno in via G. Giusti, 10 Gallarate.

Modalità di iscrizione

Per la frequenza del percorso è richiesto un contributo di euro 150. Per partecipare è necessario essere soci e compilare il modulo di iscrizione.