E QUANDO NASCE UN BAMBINO?

Pensieri intorno ad una nascita.

Fino al momento della nascita, i bambini e le bambine vivono cullati e protetti nel pancione della loro mamma.
Un luogo creato dalla natura appositamente per loro, un luogo ovattato: un liquido tiepido che accoglie e protegge da ogni sbalzo di temperatura e di luce, da rumori, da ogni urto improvviso.
Costantemente a stretto, anzi strettissimo, contatto con il tepore e il battito del cuore della propria madre.

Il parto costituisce per tutti i bambini e le bambine un cambiamento radicale: più o meno all’improvviso sono separati dall’unico ambiente a loro conosciuto, sono esposti e vulnerabili.
Come scrive Maria Montessori, per i bambini e le bambine questo sarà l’adattamento più difficile a cui una persona è sottoposta, in quanto passa da un’esistenza ad un’altra.
Il bisogno di contatto, soprattutto con la propria mamma, è quindi per un neonato assolutamente fisiologico.
Stare tra le braccia della mamma è per loro sostegno, protezione, nutrimento ma anche stimolo e contenimento.
Tramite questo contatto continua, in progressiva trasformazione, la relazione affettiva ed emotiva con l’adulto con il quale si creerà sempre più reciprocità.
Rimanendo nella dimensione del con-tatto sarà possibile conoscersi e riconoscersi, ascoltarsi e capirsi…. Entrare in sintonia. Leggere i loro bisogni e offrire CURA per soddisfarli.

Una relazione basata sull’accoglimento del bisogno di contatto crea fiducia nel nuovo mondo che i bambini e le bambine “hanno il compito di conoscere e trasformare”. Ma non solo. Sarà anche l’unico modo per la madre per aprirsi e accogliere la nuova vita, per rispondere con maggiore naturalità ai bisogni dei bambini e delle bambine. Sicuramente ci saranno momenti stancanti, ma come potremmo negare di tenere tra le braccia un bambino, se in questo gesto vi leggessimo crescita e sicurezza? O ancora, un modo per infondere fiducia e dimostrazione di amore? Un modo, se non l’unico, per garantire la giusta sicurezza per affrontare il mondo?

Scritto da: Samuela Colombo, educatrice e consulente allattamento.