PERCHE LASSOCIAZIONE IL MELOGRANO SI OCCUPA DI ACQUA?

L’essere umano è acqua; oltre ad essere fatto dal 70% di acqua, l’uomo è circondato dall’acqua nella sua vita di ogni giorno.
Se poi guardiamo la maternità ci accorgiamo che l’acqua è strettamente correlata: le acque della gravidanza, le acque del parto, le acque dell’allattamento.
La cavità amniotica è una culla d’acqua che accoglie il bambino, lo protegge, lo nutre, lo coccola per tutti i nove mesi della gravidanza.
Il liquido amniotico, insieme al cordone ed alla placenta, sono le prime forme di conoscenza e di esperienza sensoriale di un bambino o bambina.
Quindi l’acqua e gravidanza- maternità – infanzia sono unite da un legame profondo. Per questo Il Melograno pensa ad attività con l’acqua e nell’acqua: per donare benessere alle donne in gravidanza ed alle mamme con i loro bambini/e.
Già alla fine degli anni 70 il medico francese Frederick Leboyer ebbe per primo l’idea di immergere il neonato in un bagno caldo immediatamente dopo il parto; il suo intento era di rendere il più dolce e facile possibile la transizione del bambino dal grembo materno al mondo esterno. Ancora oggi rimane una buona pratica per un passaggio dolce e lento che ascolta i tempi del bambino/a.

Dal 1984 il Melograno di Gallarate propone alle donne ed alle famiglie attività in acqua dove l’accoglienza, l’ascolto ed il rispetto dei tempi e degli interessi di ognuno sono al centro della nostra attenzione, in modo che lo stare bene in acqua possa garantire benessere psicofisico a grandi e piccini, favorendo una relazione affettiva profonda grazie al contatto pelle contro pelle, avvolti e cullati dall’acqua, nel corpo e nell’anima.

E’ ormai pensiero comune che muoversi in acqua e nuotare faccia bene a qualsiasi età. Occorre però sottolineare che i benefici sono massimi se si possiede “acquaticità”, ovvero se si ha o si ha acquisito, grazie all’esperienza, un rapporto sufficientemente buono con l’elemento acqua.
L’acqua è un elemento naturale per l’essere umano.
Se si ha la possibilità di vivere l’elemento acqua sin da molto piccoli come un elemento piacevole, ricco di stimoli e di effetti positivi sul nostro corpo e sulla nostra mente, l’acqua diventerà per noi una risorsa positiva per tutta la vita.

COME AVVICINARE UN BAMBINO ALL’ACQUA?

Durante i primi mesi di vita le attività ludiche hanno una funzione adattiva all’ambiente: esercizio di attività riflesse, sperimentazione di parti del corpo, esplorazione del mondo circostante, funzione comunicativa.
I primi bagnetti a casa, i giochi con e nell’acqua, si scambiano coccole con i genitori durante i percorsi di acquaticità, perché l’acqua è un elemento naturale per i piccoli.

Per giocare con l’acqua e nell’acqua, affinché ci si diverta, è sufficiente avere a disposizione bacinelle, piscinette, un rubinetto: il gioco più bello è fatto dallo scorrere dell’acqua tra le mani, schizzare, spruzzare, giocare a spostare, agitare, sollevare l’acqua per poi vederla tornare come era prima…
Nei corsi di acquaticità il gioco, il divertimento, di adulti e piccini, sono al centro dell’attenzione: a 4, 6, 8, 12 mesi non si va in piscina per diventare esperti di rana o di stile libero, ma a 4 mesi già si galleggia, si gioca, perché l’acqua è un elemento naturale per bambini così piccoli.
Nei primi due anni di vita i bambini prediligono il gioco fisico: amano maneggiare materiali quali l’acqua, la sabbia, la terra…; con l’acqua ai bambini piace spruzzare, schizzare, bere, travasare; lo scorrere dell’acqua li attrae, stimola la loro attenzione ed aumenta la loro capacità di concentrazione.
Tra i 2 ed i 3 anni i bambini socializzano e parlano, nel loro gioco è importante coinvolgere gli adulti, che devono diventare attori. Esplode il gioco simbolico: i bambini amano “far finta” di: lavare piatti e pentole, bambole, vestiti, il pavimento….
L’acqua ai piccoli non fa paura per niente! Il nuoto iniziato fin da piccolissimi aiuta il fisico a crescere bene e sano, ma aiuta anche a mantenere quella sensazione di benessere che naturalmente si ha alla nascita quando si viene immersi nell’acqua.
Già a 3-4 anni un bambino potrebbe avere paura dell’acqua, se non ha mai potuto sperimentarla, ma a 1-2-3 mesi l’acqua, insieme alla mamma e al papà, diventa il più bel gioco del mondo.

Il percorso di acquaticità per un bambino deve avere come obiettivo la costruzione di un rapporto piacevole con l’elemento acqua, un rapporto che crei benessere, piacere e divertimento, nel rispetto dei tempi, degli interessi e delle capacità di ogni singolo bambino.
Proporre dei giochi e delle attività non significa “imporre”: i bambini devono sempre poter scegliere con cosa giocare e per quanto tempo, nel rispetto dei loro bisogni e dei loro desideri. Bisogna sempre considerare le competenze dei bambini e fare proposte adeguate alla loro età.
Ciascun bambino mette in mostra una motricità acquatica personale, caratterizzata da efficacia, economia ed armonia; questo gli permette di agire a lungo e senza grandi fatiche, poiché il gesto scelto è adattato alle proprie capacità motorie.
Dobbiamo lasciare che il bambino faccia da solo, deve poter esplorare, sperimentare e quindi raggiungere un livello di adattamento tale da permettergli il controllo completo di se’ stesso immerso.
Un bambino apprende l’acqua nello stesso modo in cui impara a camminare e a parlare, grazie alla propria capacità di adattamento alle nuove esperienze, stimolato dalla relazione affettiva con il genitore e dall’ambiente adeguatamente predisposto.

Oggi l’acquaticità neonatale è uno dei modi migliori per stimolare il bambino al movimento, alla presa di coscienza di se’, dell’altro e dell’ambiente che lo circonda, imparando a conservare il riflesso di apnea e a sviluppare la muscolatura che consente il corretto svolgimento delle tappe evolutive e degli schemi motori di base. Inoltre la relazione affettiva bambino-genitore viene favorita dalla condizione di immersione: il contatto corporeo, pelle a pelle e l’essere avvolto, contenuto dall’acqua tra le braccia della mamma richiamano il periodo della vita intrauterina e aiutano a rilassarsi.

E quindi…tutti in acqua!

 

Scritto da: Simona Prandoni, educatrice professionale, operatrice della nascita de Il Melograno, acquamotricista.