LETTURE DI MAGGIO…

Letture consigliate per la famiglia.

Care mamme, eccoci in modo speciale a voi, in questo mese di maggio che vi festeggia!
Mamme messe ancor più alla prova in questi mesi, celebrate la vostra maternità e non lasciate che nulla, nemmeno le fatiche più grandi e le angosce più scure rubino la vostra gioia.
Dedicate in particolare a voi le tre recensioni di questo mese!

Per adulti: MAMMA
di Hélène Delforge e Quentin Gréban, 2018
Terre di mezzo

Questo libro è arrivato a casa nostra la scorsa festa della mamma (2019) ed è stato un dono veramente speciale.
Quello che colpisce di primo acchito è la bellezza delle illustrazioni, già dalla copertina se ne può cogliere l’intensità, ma pagina dopo pagina se ne rimane inebriati.
La copertina con quella bellissima immagine ci permette di fare un salto all’interno del libro. Un libro che definirei un abbraccio, un libro fatto di storie, poesie, ma soprattutto di quotidianità di essere mamme.
Le mamme vere, quelle che vorrebbero tenere per sempre tra le braccia i loro bambini per difenderli dalla durezza del mondo, mamme a volte stanche, mamme che fanno fatica, mamme che corrono da una parte all’altra per gestire famiglia, lavoro… mamme che si inventano di tutto per far mangiare i broccoli ai propri figli e poi quando i bimbi non ci sono, si fermano a ridere ripensando a quando anche loro da piccole odiavano i broccoli e venivano sgridate dalla nonna.
Mamme di gemelli, mamme bis, tris, mamme senza figli… mamme donne – “Sei bella. Ho voglia di te. Sì, ecco. Sono una donna”.
Questo libro lo definirei un diario di mamme. Dov’è ogni mamma ci si può ritrovare in almeno una delle tante pagine scritte e illustrate meravigliosamente.
“Promesso: per tutta la vita
ti accoglierò a braccia aperte quando ti sarai fatto male.
Spazzeró via il dolore a forza di baci magici.
E poi ti rimetterò in sella.
Schiena dritta!
Forza!
Più veloce del vento!”

3-6 anni: URLO DI MAMMA
di Jutta Bauer, 2000
Nord-Sud Edizioni

Tranquille mamme, i vostri bimbi lo sanno che non siete perfette. Ai loro occhi siete la cosa più meravigliosa del mondo, intendiamoci. Ma lo sanno che qualche volta sbagliate anche voi! Quindi state serene!
Quello che i bambini devono invece imparare a capire, e prima lo fanno meglio è, è che le mamme ai loro errori sono capaci di porre rimedio. O almeno ci provano con tutto il loro impegno e il loro amore.
Questa scoperta la fa il protagonista di “Urlo di mamma”, un classico della letteratura per l’infanzia, che viene letteralmente ridotto in “mille pezzi” dalla madre che, una mattina, chissà per quale motivo (ma ciascuna di voi potrebbe indovinarne uno di plausibile), gli urla contro con molta forza. Il pinguino, come effetto, si disgrega: la testa tra le stelle, il culetto in città, le ali nel fitto della giungla. Ogni suo pezzettino viene sparpagliato nei più disparati luoghi della terra. Impossibile per lui rimettersi insieme. Questa immagine rende bene la sensazione di un bambino piccolo di fronte all’eccesso di un genitore (e di una mamma in particolare); qualcosa dentro di lui si spezza.
Questa fragilità infantile potrebbe atterrire. Davvero possiamo procurare danni così grossi, anche con una “semplice” sgridata, con qualche parola di troppo sfuggita di bocca? Come evitarlo? Come rendere “forti” i nostri figli”, anche rispetto a noi stessi?
Seguendo la storia del cucciolo di pinguino troviamo tante risposte. Sì, possiamo fargli del male; sì, una nostra azione sbagliata può far soffrire un figlio, anche molto. La soluzione non sta nel senso di colpa frustrante (di cui le mamme sono campionesse!), nel sentirsi inadeguate o cattive. tantomeno nel cercare di dimenticare e far dimenticare l’accaduto, nell’illusione di ripartire come nulla fosse successo. Si può, si deve chiedere perdono, anche ad un bambino. Soprattutto ad un bambino. Questo aiuterà a “ricucire” ogni cosa e se anche le cuciture resteranno visibili, saranno memoria preziosa.
Se la mamma, per prima, sa chiedere scusa, aspettiamoci che il bambino impari presto a fare lo stesso.

0-3 anni: I TRE PICCOLI GUFI
di Martin Waddell e Patrick Benson, 1992
Mondadori

Sarò sincera, inizialmente questo libro (un grande classico della letteratura per l’infanzia) mi ha un po’ stranita (turbata): sì, mi sembrava poco adatto ad un bambino di due anni. Percepivo molto forte il senso dell’abbandono, ma poi leggendo e rileggendo ne ho colto la bellezza.
Vi racconto brevemente la storia, per poi dirvi cosa ho colto che mi ha cambiato la prospettiva di questo libro, che ora invece consiglio a tutti.
Si tratta di tre piccoli gufi, Sara, Bruno e Tobia che vivono dentro un albero con la loro mamma, la mamma Gufa, in una tana veramente confortevole, calda, morbida, piena di foglie e piume. Un nido bellissimo. Una notte però i tre piccoli gufi si svegliano e la loro mamma non c’è più. Questa è la parte che mi lasciava più perplessa, due grandi temi, due paure a volte non solo dei bambini, il buio e l’abbandono.
Ma questi tre piccoli gufi insieme, “tutti i gufi pensano molto!”, si aiutano incoraggiandosi l’un l’altro. Questo momento di difficoltà li unisce come fratelli e li avvicina in tutti i sensi. Lasciano il nido e si sistemano tutti sullo stesso ramo, quello di Sara, che sembra la più grande, e si abbracciano. Tutti insieme ad un certo punto chiudono gli occhi, desiderando che la loro mamma faccia ritorno. Ed ecco la MAMMA Gufa tornare.
I cuccioli sono super felici e la mamma molto calma e tranquilla li abbraccia, e abbraccia tutti noi che leggiamo, con le sue grandi ali.
Ed ecco che le paure non ci sono più. Volano via.
Questo finale è a mio parere meraviglioso, lei è calma perché sa che li ha ‘abbandonati’ (per poco tempo) con la certezza di tornare.
Mi ci è voluto del tempo per capire bene questo libro ma ho colto che (poi sicuramente ogni lettore avrà la sua visione), ogni bambino ascoltando questa storia si ritroverà in uno dei 3 piccoli gufi, avrà probabilmente paura del buio, dell’assenza della mamma che li ha abbandonati… ma le paure saranno dopo poche pagine cancellate dalla gioia di rivedere la mamma tornare.
Insegna quindi che, sì, la mamma può andare via, ma poi torna.
Altro aspetto che mi ha colpito è l’unione di questi tre gufi, grazie al loro legame fraterno e alla collaborazione “penso che dovremmo sistemarci TUTTI sul mio ramo” dice Sara, riescono a vivere nel giusto modo l’attesa della mamma e le paure del bosco buio.
Quindi ora posso consigliare veramente a tutti questo libro, alla mamma che torna al lavoro, all’amica che lascia il bimbo ai nonni o al nido, a chi aspetta un secondo figlio….. è veramente un libro che consiglio, non solo per questi 2 motivi che mi hanno chiarito il libro, ma per la bellezza delle immagini, per il calore di questa mamma Gufa e per la semplicità con cui arriva ai bambini.

 

A cura di

Sara Bedendo @libri_giu_per_aria

Paola Toniolo @libri_su_per_terra